Mr. Inox, Miracle Metal

La sinergia di forze e tentativi che, attraversando tempi e luoghi diversi, ha portato alla nascita dell’acciaio inossidabile (si veda “Insieme verso l’inossidabile: gli uomini di Mr. Inox, dal 1751 al 1913”) ha alimentato, più volte nel corso della storia, il dibattito sulla paternità dell’inossidabile.

Ci siamo districati tra date ed eventi, testi cartacei e digitali, per fornirvi la versione più aderente alla realtà dei fatti.

Le fonti ufficiali delle comunità dell’acciaio americana, inglese e italiana,[1] collocano i natali di Mr. Inox a Sheffield, il 13 agosto 1913, per opera di Harry Brearley.

inox rigidizzatoQuesta attribuzione di paternità è legata ad almeno tre ragionevoli argomentazioni:

1. Composizione chimica. La precisa formula che identifica non una qualsiasi lega di Ferro e Cromo, ma un metallo con precise percentuali di Cromo (min 10.5%) e di Carbonio (max 1.2%). Sono i particolari rapporti tra le componenti a conferire al prodotto la resistenza non solo all’ossidazione, ma anche ad altri agenti corrosivi, insieme con tutte le proprietà meccaniche e fisiche che lo rendono lavorabile e gli fanno meritare il titolo di “miracle metal”.[2]

Le leghe create tra il 1819 e il 1877, quindi, non si possono considerare inossidabili, perché formate con percentuali di Cromo intorno al 3% e quantità di Carbonio troppo alte che non garantivano l’inossidabilità quanto il composto di Brearley. Non può essere fatta rientrare negli acciai inossidabili tout court neanche la lega di Faraday e Stodart: con solo il 2-3% di Cr, la sua inossidabilità veniva garantita dal 50% di platino in essa contenuto.

2. Comprensione delle caratteristiche e delle potenzialità. Gli inglesi Woods and Clark non proseguirono la produzione del loro acciaio con il 30-35% di Cromo. I due concittadini di Brearley, Seebohm a Dieckstahl, avrebbero potuto soffiargli il primato se avessero creduto nella loro lega. Guillet e Portevin non si accorsero dell’alta resistenza alla corrosione degli acciai sella serie 400.

3. Utilizzo e diffusione. Fu Brearley ad introdurre l’inox a livello industriale, facendolo uscire dai laboratori e dando il via all’Era dell’acciaio inossidabile. Il fatto di essere stato il primo ad aver non solo sviluppato, ma anche capito, applicato e industrializzato la lega fa di Harry Brearley il vero padre di Mr. Inox.

Venendo più vicino ai giorni nostri, è all’azienda inglese Rimex Metals Group, che va riconosciuto il merito di aver creduto dal 1959 nelle proprietà dell’acciaio rigidizzato (“Le origini dell’inox rigidizzato”) e aver contribuito alla diffusione dell’acciaio colorato (“Acciai inox colorati”).

ENGLISH VERSION:

The multiple participation in developing stainless steel has fed more times debate about the authorship.

We get out of events and dates, digital and paper texts, to give you the more realistic and truthful version.

The official sources prompted by American, English and Italian stainless steel communities, say Mr. Inox was born on 13th august 1913 in Sheffield (UK), thanks to Harry Brearley.

This authorship attribution has three reasonable argumentation:

  1. Chemical composition. The stainless steel formula distinguishes this particular alloy from all the other iron alloys: respecting a minimal quantity of Chromium (10.5%) and a maximal level of Carbon (1.2%) is essential. In fact, not only the resistance to corrosion made by oxygen and acids depends on the relation between Chromium and Carbon, but also the physical and mechanical properties of the “miracle metal”, as was called by Carl Zapffe.

Therefore, alloys made from 1819 to 1877, couldn’t be considered as part of the stainless family, because their low level of Chromium (3%) and high concentration of Carbon. It’s the same for the Faraday-Stodart alloy which had only 2-3% of Chromium and the oxidation resistance comes from 50% Platinum contained.

     2. Comprehension of properties and potentiality. Woods and Clark didn’t develop their experimental alloy with 30-35% of Chromium. Brearley fellow citizens, Seebohm and Dieckstahl, could have grabbed the spotlight if they just have believed in their alloy. Guillet and Portevin didn’t notice the high corrosion resistance of 400 series steels they studied.

    3. Using and diffusion. Brearley was the man who firstly used inox industrially, starting the Stainless Steel Age. He is addressed as the inventor of the stainless steel because he went above the chemical development: he understood properties, potentiality and applications of the alloy, but he also really used and industrialized it. 

 

Nowadays, the credit of believing in patterned stainless steel from 1959 belongs to Rimex Metals Group who also has a great role in the diffusion of the colored finishes.

 


[1] Abbiamo utilizzato nello specifico i testi 1913-2013. 100 years of Stainless Steel, Sheffield, a cura di Nancy Fielder per il giornale The Star, edito nel 2013; Enduro. Acciai Inossidabili, Fiat – Ferriere Piemontesi del 1955; The History of Stainless Steel, Harold M. Cobb, ASM International, 2010; 100 Years of Stainless Steel. The History of Stainless Steel, ISSF, 2016 [pdf]. Sono stati consultati, inoltre, i siti web delle associazioni SSINA (Specialty Steel Industry of North America) e BSSA (British Stainless Steel Association).

[2] A definirlo così fu Carl Zapffe, eminente metallurgista del 20° secolo, che lo considerava anche “the crowing achievement of metallurgy”.

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